History of Digital Media. A Global and Intermedia Perspective, di Gabriele Baldi e Paolo Magaudda (Routledge, 2018)
From the punch card calculating machine to the personal computer to the iPhone and more, this in-depth text offers a comprehensive introduction to digital media history for students and scholars across media and communication studies, providing an overview of the main turning points in digital media and highlighting the interactions between political, business, technical, social, and cultural elements throughout history. With a global scope and an intermedia focus, this book enables students and scholars alike to deepen their critical understanding of digital communication, adding an understudied historical layer to the examination of digital media and societies. Discussion questions, a timeline, and previously unpublished tables and maps are included to guide readers as they learn to contextualize and critically analyze the digital technologies we use every day.
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Fallimenti diigtali. Un’archeologia dei “nuovi media, a cura di Paolo Magaudda e Gabriele Balbi (Unicopli, 2018)
I media digitali sono spesso descritti come il futuro obbligato, il cui successo è dato per scontato. Ma c’è un altro lato della digitalizzazione che viene poco considerato e che una puntuale analisi storica aiuta a mostrare: anche le tecnologie digitali a volte non funzionano o vengono abbandonate dagli utenti, i processi d’innovazione che sembrano inevitabili s’interrompono, alcuni mezzi che saranno nelle case di tutti domani diventano presto obsoleti. In poche parole i media digitali possono fallire. Questo è il tema di Fallimenti digitali, un libro che raccoglie contributi originali dedicati a differenti settori mediali (dalla fotografia alle reti, dalla TV alla radio, dalla stampa alla realtà virtuale, dal cinema ai videogiochi) al fine di esplorare e decostruire la categoria di fallimento nell’universo digitale. Il risultato è un lavoro “archeologico” di riscoperta e scavo nella storia recente di quelli che (spesso in maniera impropria) vengono definiti nuovi media.
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Non e aria. Cittadini e politiche contro l’inquinamento atmosferico, di Paolo Giardullo (Il Mulino, 2018)
Il deterioramento della qualità dell’aria che respiriamo rappresenta un’importante sfida ambientale per il mondo contemporaneo e vede coinvolti non solo i decisori politici, ma anche, e sempre di più, i cittadini.
Tuttavia, le strategie per affrontare o prevenire l’inquinamento non sembrano sempre portare a risultati apprezzabili. Ad esempio, gli interventi che sfruttano le potenzialità della tecnologia applicate ai trasporti e ai riscaldamenti, a conti fatti non risultano decisivi. Così, mentre l’inquinamento non riduce il proprio impatto su salute e ambiente, è difficile trovare soluzioni in grado di mettere insieme praticabilità ed efficacia. A partire dalle politiche e dagli interventi di contrasto all’inquinamento atmosferico, il libro si propone di discuterne i limiti e le difficoltà. Per farlo è necessario approfondire i contesti sociali in cui si inseriscono, portando alla luce i reticoli di interazioni costituiti, senza soluzione di continuità, da umani e da oggetti materiali.
Con le utili lenti degli studi sociali sulla scienza e la tecnologia il volume investiga tali relazioni – dette socio-materiali – che contribuiscono all’inquinamento atmosferico e alla riproduzione dei suoi presupposti. I complessi processi che stanno alla base dell’inquinamento atmosferico sono stati analiticamente scomposti, permettendo così di far emergere ciò che nella pratica appare unito e, per questo, meno visibile.
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Digital literacy e giovani: Strumenti per comprendere, misurare, intervenire, a cura di Cosimo Marco Scarcelli e Renato Stella
Frequentemente la relazione tra nuove tecnologie e giovani viene banalizzata con retoriche dai toni allarmistici o, al contrario, celebrativi. In questo dibattito lo spazio dedicato alle competenze utili per vivere all’interno della società contemporanea spesso si esaurisce nella necessità di acquisire skills che appartengono per lo più al piano tecnologico. Per garantire la possibilità di vivere in modo attivo nella società dell’informazione, invece, è necessario sviluppare e potenziare la così detta Digital Literacy, un set di competenze che affianca alle capacità tecniche, un approccio critico in grado di riconoscere la complessità del panorama comunicativo contemporaneo e il ruolo dei media nella vita quotidiana. Attraverso riflessioni teoriche, ricerche empiriche e alcuni esempi di interventi svolti nel nostro paese, questo libro mira a fornire gli strumenti interpretativi utili ad orientarsi all’interno di un panorama complesso e articolato come quello della Digital literacy.
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Corpi virtuali. Una ricerca sugli usi erotici del web, di Renato Stella (Mimesis, 2016)
La comparsa e la veloce diffusione dei nuovi media ha portato con sé l’accesso a un vastissimo archivio di materiali erotici e ha consentito la nascita di nuove forme di sessualità, quali il sexting o il cybersex. A fronte di una così grande trasformazione sociale, si è fatta strada la preoccupazione delle conseguenze che tale novità poteva comportare, soprattutto nei riguardi dei giovani. L’attenzione degli esperti si è così concentrata su differenti aspetti del consumo che ragazzi e ragazze fanno di pornografia e del cybersex, cercando di vagliarne i rischi e le minacce. Poche volte però si è data loro voce allo scopo di comprendere in quale modo interpretino tali usi e ancor meno si sa intorno alle pratiche che li vedono protagonisti. Questo libro è uno dei primi tentativi di ricostruire una parte dei processi di socializzazione all’identità di genere e alla sessualità, che i consumi erotici del web rappresentano per i “giovani adulti”, a partire dal significato che essi stessi vi attribuiscono.
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Giovani e media. temi, prospettive, strumenti, a cura di Claudio Riva e Cosimo Marco Scarcelli (McGraw – Hill Education, 2016)
Le riflessioni che sono al centro di questo volume ruotano attorno a due poli principali: il radicamento dei media nella quotidianità odierna e il protagonismo delle giovani generazioni, poste al centro di quel mutamento, simbolico e tecnologico, che produce ed è prodotto dalla cultura mediale contemporanea. I capitoli, redatti da giovani ricercatori che da tempo si occupano di queste tematiche e da attenti ed esperti osservatori del mutamento in atto, si pongono come obiettivo quello di indagare cosa significhi essere giovani in un mondo tecnologico in continuo mutamento, in cui le offerte e le occasioni culturali, di consumo mediale, di relazione, di opportunità sono sempre più crescenti. Verranno presentate varie dimensioni della relazione, complessa e multiforme, tra giovani e media: dai new media al cinema, dalle serie tv alla musica e ai videogiochi, fino al più ampio fronte dei consumi culturali outdoor. E ancora: dall’uso dei social network alle implicazioni in termini relazionali ed affettivi e di partecipazione politica, fino agli interrogativi su come sono cambiate le pratiche di lettura/scrittura con l’avvento dei media digitali. Senza dimenticare una riflessione a partire dalla prospettiva adulta (genitori e insegnanti) rispetto a tali dinamiche. Per linguaggio, presentazione dei temi, organizzazione del discorso e contributi offerti, il volume vuole fornire, in maniera innovativa, inquadramenti teorici, discussioni specialistiche e casi di studio con i quali affacciarsi con consapevolezza alla relazione tra giovani e media.
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Dalla molecola al paziente. La biomedicina nella società contemporanea, di Stefano Crabu (Il Mulino, 2016)
Negli ultimi decenni, anche a seguito del Progetto Genoma Umano, sempre più spesso medici, scienziati e pazienti si trovano a collaborare insieme allo scopo di definire i confini tra ricerca scientifica e cura, laboratori e ospedali, vita e morte. Non c’è del resto alcun dubbio che le sfide poste dall’innovazione tecnoscientifica nell’ambito della biomedicina siano diventate sempre più fondamentali per l’evoluzione della salute nella società contemporanea. In questo volume Stefano Crabu offre un contributo di matrice sociologica per la comprensione dei processi sociali e organizzativi che riguardano l’innovazione biomedica, i cambiamenti delle pratiche di cura e la stessa relazione fra i pazienti e i professionisti della salute. Avvalendosi di studi di caso riferiti ai recenti sviluppi nel campo delle biotecnologie e della nanomedicina, il libro analizza da vicino alcuni dei processi e delle implicazioni – al tempo stesso sociali, scientifiche e tecnologiche – che contribuiscono a rendere possibile e trasformare il mondo della ricerca biomedica e della cura.
Il volume offre così un’utile prospettiva per inquadrare con maggiore consapevolezza le profonde trasformazioni che in questi anni stanno investendo il mondo della biomedicina, modificando il ruolo dei pazienti e, in ultima istanza, facendo intravedere le nuove traiettorie del rapporto tra i cittadini e il mondo della ricerca biomedica.
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Intimità digitali. Adolescenti, amore e sessualità ai tempi di internet, di Cosimo Marco Scarcelli (Mimesis, 2015)
Oggi si discute spesso di ciò che gli adolescenti fanno con internet e di come i digital media possano cambiare il loro modo di relazionarsi. Programmi televisivi e giornali non di rado danno spazio alle incursioni di esperti di vario genere che parlano della rete e dei presunti effetti (negativi o positivi) che essa può avere sui più giovani. Spesso però ci si dimentica di partire proprio dalle ragazze e dai ragazzi, da ciò che hanno da dire, dalle loro esperienze, dalla realtà che li circonda e che cambia il modo di muoversi all’interno di piattaforme digitali divenute ormai parte integrante della vita quotidiana.
Questo lavoro si concentra sul modo in cui i ragazzi utilizzano le risorse che il web mette loro a disposizione per avere accesso a informazioni e pratiche connesse alla sessualità e all’affettività.
L’analisi proposta cerca di chiarire il ruolo delle tecnologie digitali nei processi di esplorazione dell’intimità e di costruzione dell’esperienza e della realtà sociale per mostrare quella parte della vita dei più giovani spesso banalizzata e ignorata da sguardi inclini a dare soluzioni educative superficiali.
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Topologie Postcoloniali. Innovazione e modernizzazione in Sardegna, di Alessandro Mongili (Condaghes, 2015)
Come mai l’innovazione si mostra incapace di modificare le relazioni di dipendenza? Si può studiare l’innovazione in luoghi considerati “arretrati” senza esaminare le relazioni di subalternità? Partendo da alcuni casi di innovazione (l’alfabetizzazione informatica di gruppi di donne, la “rilaboratorizzazione” del pane considerato come tipico, la standardizzazione del sardo e le politiche dell’innovazione) Topologie postcoloniali mette in discussione l’idea che i processi possano essere spiegati in base alla dicotomia modernità/tradizione e al carattere neutrale della modernizzazione e delle politiche dell’innovazione. Poco sembra spiegabile, inoltre, in base a una presunta, ma mai chiarita, identità sarda, di volta in volta idealizzata o considerata la radice di ogni male. Per farlo, sposta l’attenzione dall’ossessione del “territorio”, e delle sue caratteristiche considerate quasi naturali, ai legami e alle relazioni dominanti nei processi innovativi, spesso squilibrate e di impronta coloniale. Le innovazioni sono qui analizzate nel vivo della loro articolazione piuttosto che dal punto di vista della progettazione astratta, e questo consente di fare un viaggio in mondi meno smart delle loro rappresentazioni mediatizzate, ma incredibilmente più ricchi di legami con la storia della Sardegna, e con i processi che oggi collegano le nostre vite a convergenze socio-tecniche estese all’insieme del pianeta.
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“Il valore dell’incertezza. Filosofia e sociologia dell’informazione, di Federico Neresini e Paolo Vidali (Mimesis, 2015)
Siamo la società più informata nella storia dell’umanità. Allora perché non ricordiamo quasi nulla di ciò che è accaduto nel mondo due anni fa? Possediamo un’enorme quantità di dati, ma allora perché sembra che non conosciamo quasi nulla? La risposta richiede un percorso, che parte dal pensiero antico e arriva alla definizione offerta da Claude Shannon nel 1948: “l’informazione è la misura della libertà di scelta che si ha quando si sceglie un messaggio”. Nasce qui la rivoluzione informatica in cui siamo immersi. Eppure, dopo un esordio brillante, la nozione di informazione si eclissa, perdendosi in una concezione quotidiana, abusata e frivola. Crediamo di avere informazioni nei nostri computer o nel nostro DNA. Crediamo di riceverne dalle nostre reti o dai nostri media. Ci sbagliamo. L’informazione non si immagazzina, non si trasmette, non viaggia. Non è qualcosa che si sposta e si archivia. è un’azione, propriamente una riduzione di incertezza. Letta in questa prospettiva, l’informazione si presenta come nuova categoria di analisi dei problemi filosofici, epistemologici e comunicativi. Intesa come azione di riduzione dell’incertezza, l’informazione spiega come sta cambiando il concetto di esperienza, come avviene la trasformazione digitale dei nostri media e, infine, come nasce un nuovo modello di comunicazione e di conoscenza.
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Storia dei media digitali. Rivoluzioni e continuità, di Gabriele Balbi e Paolo Magaudda (Laterza 2014)
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Information Infrastructure(s): Boundaries, Ecologies, Multiplicity, di A. Mongili, G. Pellegrino (a cura di) (Cambridge Scholars Pub., 2014).
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Sociologia dei new media, di R. Stella, C. Riva, C. M. Scarcelli, M. Drusian (UTET Università, 2014).
Questo libro adotta una prospettiva che mette in relazione la novità dei new media con i rapporti di debito e credito che essi continuano a intrattenere con la cultura di massa e con i media tradizionali. L’obiettivo è di descrivere l’insieme delle trasformazioni introdotte dai new media e riguardanti sia l’agire collettivo (il modo in cui organizzazioni e istituzioni incorporano le nuove tecnologie e vi si adattano), sia l’agire individuale (attraverso il mutare delle relazioni tra persone reso possibile dai nuovi media o anche dal connubio essere umano-macchina che si fa sempre più stringente e interconnesso). Al lettore vengono presentati i temi centrali per comprendere tutto ciò: gli autori affrontano il digital divide e la dimensione politica, la costruzione dell’identità e la gestione della socialità, e propongono infine un’utile parte metodologica su come è possibile fare ricerca sociale nel mondo digitale. Il testo è accompagnato da una ricca strumentazione didattica orientata allo studente e volta a stimolarne la curiosità e l’interesse critico.
Responsibility in Nanotechnology Development, a cura di Simone Arnaldi, Arianna Ferrari, Paolo Magaudda e Francesca Marin (Springer, 2014).
The book disentangles the complex meanings of “responsibility” in nanotechnology development.The volume disentangles the complex meanings of responsibility in nanotechnology development by focusing on its theoretical and empirical dimensions. The notion of responsibility is extremely diversified in the public discourse of nanoscale technologies. Addressed are major disciplinary perspectives working on nanotechnology, e.g. philosophy, sociology, and political science, as well as the major multidisciplinary areas relevant to the innovation process, e.g. technology assessment and ethics. Furthermore, the interplay between such expertises, disciplines, and research programmes in providing a multidisciplinary understanding of responsibility is emphasized.
Il lato controverso della tecnoscienza. Nanotecnologie, biotecnologie e grandi opere nella sfera pubblica, di Andrea Lorenzet (Il Mulino, 2013)
La relazione tra scienza e società è considerevolmente cambiata nel corso degli ultimi decenni: sempre più di frequente, infatti, la scienza è al centro di discussioni che coinvolgono non solo gli esperti, ma anche esponenti del mondo politico, media e cittadini. Emerge così il «lato controverso della scienza», che si caratterizza per la diffusione di argomentazioni a prima vista irrazionali, polemiche e contraddittorie. Controversie tecnoscientifiche come quelle sulle nanotecnologie, le biotecnologie e le grandi opere popolano ormai quotidianamente le pagine dei giornali e il Web 2.0; esse rendono evidente la centralità della tecnoscienza nella società contemporanea, ma generano allo stesso tempo interrogativi e dubbi capaci di attanagliare sia gli esperti sia il pubblico. Il volume esplora questi fenomeni impiegando la lente interpretativa degli Studi Sociali sulla Scienza e la Tecnologia (STS) e fa capire perché le controversie tecnoscientifiche sono un’opportunità da non perdere per ripensare i rapporti tra scienza e società.
Oggetti da ascoltare. HiFi, iPod e consumo delle tecnologie musicali, di Paolo Magaudda, (Il Mulino 2012)
Ascoltare musica è un’attività culturale strettamente legata all’uso di particolari dispositivi tecnologici come gli impianti hifi, i lettori cd e i riproduttori di musica digitale. Il consumo di tecnologie non si limita a influenzare abitudini e gusti musicali, ma più in generale contribuisce a trasformare le relazioni, le amicizie, le identità e perfino gli ambienti in cui gli ascoltatori vivono. Partendo da racconti in prima persona di esperienze fatte con diversi «oggetti sonori» – dai dischi in vinile ai lettori digitali come l’iPod, dagli amplificatori analogici ai personal computer – il libro mostra come le implicazioni dell’uso di queste tecnologie contribuiscano a trasformare il nostro contesto sociale e relazio-nale quotidiano.
Innovazione Pop. Nanotecnologie, scienziati e invenzioni nella popular culture, di Paolo Magaudda (2012, Il Mulino).
La scienza e la fantascienza vengono comunemente considerate sfere tra loro distinte e completamente separate. Eppure, a un’attenta analisi, possiamo osservare che gli immaginari fantascientifici e le rappresentazioni della scienza nella popular culture contribuiscono insieme non solo nella diffusione delle idee che la società produce attorno alla scienza, ma spesso anche nel lavoro e nelle strategie degli stessi scienziati. Per sviluppare questa riflessione sul rapporto tra scienza, società e processi culturali, il libro ricostruisce il dibattito degli studi sulle rappresentazioni della scienza e della tecnologia nella «cultura popolare» e prosegue analizzando alcuni specifici esempi di rappresentazioni della tecnoscienza nei flussi mediali contemporanei: le nanotecnologie nel cinema; la scienza e la tecnologia nella pubblicità e i significati e i messaggi generati attorno alle tecnologie della Apple di Steve Jobs.
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