Renato Stella.
A vent’anni dalla pubblicazione de L’osceno di massa , il primo saggio in Italia che ha affrontato, non senza polemiche, i consumi popolari di pornografia, l’autore torna a occuparsi del tema degli usi erotici dei media concentrando l’attenzione sugli sviluppi più recenti e inediti del web . Il libro prende spunto dalla crisi quasi definitiva dell’ hard-core industriale, scaricabile ormai gratuitamente da internet, ma tiene soprattutto conto della straordinaria quantità di video a luci rosse girati da persone comuni che si ritraggono nelle più diverse situazioni sessuali e che costituiscono la vera novità di questi anni. La nascita e il rapido diffondersi della pornografia amatoriale “fatta in casa”, oltre a porre in discussione i presupposti di molta parte dei dibattiti in voga tra gli studiosi alla fine del secolo scorso, rimette in causa un gran numero di circostanze relative alla pericolosità sociale e alla deriva sessista del consumo di materiali erotici. Nel contempo i linguaggi di espressione tipici dell’ hard-core sono lentamente scivolati verso molti altri contesti comunicativi: il cinema, l’arte, la pubblicità, la tv stessa ne fanno oggi un largo utilizzo. Con ciò la pornografia non è più condannata a rimanere nel proprio ghetto ideologico e mediatico, come accadeva fino a qualche decennio addietro. Nella letteratura internazionale un tale processo è passato sotto il nome di pornografizzazione ( pornographication ) della società, termine col quale si vuole intendere una progressiva e apparentemente inarrestabile contaminazione che consente, ad esempio, alle pornostar di diventare presentatrici televisive e agli adolescenti di registrare e scambiare le loro prodezze amatorie col telefonino. Insieme a tali cambiamenti allora, molte questioni sensibili restano ancora aperte e devono costituire oggetto di riflessione: l’effettiva incidenza della pedopornografia in rete, la relazione che l’ hard-core mantiene con le molestie e la violenza sulle donne, la precocità e la facilità di contatto in internet da parte dei minori. Un panorama di problematiche di grande interesse a cui il libro risponde attraverso una rigorosa ricostruzione dell’ampia letteratura specialistica internazionale e con una ricerca che coinvolge alcuni dei protagonisti.
Il nano-mondo che verrà. Verso la società nanotecnologica.
Federico Neresini.
Le nanotecnologie, insieme alle biotecnologie, alle neuroscienze e all’informatica, promettono di cambiare non solo il nostro mondo, ma anche noi stessi. Le possibili ricadute, suggestive e vertiginose, hanno a che fare con l’elettronica molecolare e i computer quantistici, le celle solari superefficienti e i biosensori. E non sembra lontano il giorno dei nano-farmaci e del nano-dosaggio, né quello in cui ci saranno iniettati nano-robot capaci di “riparare” le cellule difettose o sostituirle una per una. Eppure l’idea che lo sviluppo tecnoscientifico stia imprimendo un’accelerazione al cambiamento sociale è illusoria: la società non è in ritardo e la tecnoscienza non è in anticipo perché evolvono insieme. Viviamo già – come illustrato nel libro – in una società nanotecnologica, quel che appare un ipotetico futuro diventa il nostro febbrile presente.
Urban Plots, Organizing Cities
Published by Ashgate.
By focusing on the interplay between material, social and narrative dimensions of the city, this book examines urban complexity, namely the dynamic and entangled nature of urban issues, and puts forward a notion of the city as an urban texture. Taking an innovative interdisciplinary approach, it perceives the way cities are organized as a restless stratification of materials, meanings and uses.Illustrated by in-depth empirical studies from across Europe and Latin America, it deals with the interrelationships between actors, places, administrative rationalities and artefacts. It argues that urban fabric is ‘manufactured’ in this interplay between imagery and practices (of all the stake-holders, including planners, city managers and city users).
FR. En se focalisant sur les relations croisées entre les dimensions matérielle, sociale et narrative des villes, cet ouvrage interroge leur complexité, c’est-à-dire le caractère dynamique et interdépendant des questions urbaines. Ce faisant, il met en avant l’intérêt de penser la ville en terme de texture. Développant une approche interdisciplinaire innovante, et s’appuyant sur des recherches empiriques approfondies menées à travers l’Europe et l’Amérique Latine, il documente l’organisation des villes comme un processus continu de stratification de matériaux, de sens et d’usages. Il traite des interrelations entre les acteurs, les lieux, les rationalités administratives et les artefacts. Il défend l’idée que le tissu urbain se fabrique dans l’interaction entre imagination et pratiques (de toutes les parties prenantes : urbanistes, gestionnaires et usagers de la ville.
ITA. Focalizzandosi sulle relazioni incrociate tra le dimensioni materiali, sociali e narrative della città, questo libro ne interroga la complessità, vale a dire il carattere dinamico e interdipendente delle questioni urbane. In tal modo, si evidenzia l’interesse del pensare la città nei termini di una trama urbana. Sviluppando un approccio interdisciplinare innovativo e basandosi su ricerche empiriche approfondite condotte in Europa e in America Latina, il libro analizza l’organizzazione urbana come un processo continuo di stratificazione di materiali, di senso e di pratiche d’uso, focalizzandosi sulle interrelazioni tra attori, luoghi, razionalità amministrative ed artefatti. L’argomento principale che ne emerge è che la trama urbana si produce all’incrocio tra l’immaginario e le pratiche di tutti gli attori coinvolti nel cambiamento: cittadini, pianificatori urbani, manager e utenti della città.
Contributions by Giovanna Sonda, Claudio Coletta and Francesco Gabbi; Jérôme Denis and David Pontille; Andrea Mubi Brighenti; Stavros Stavrides; Beatriz Acevedo and Ana Maria Carreira; Lavinia Bifulco and Massimo Bricocoli; Vando Borghi and Claudia Meschiari; Barbara Grüning; Daniela Allocca.
Annuario Scienza e Società 2011
Giuseppe Pellegrini (co-editor Massimiano Bucchi).
“Dati come questi non dovrebbero essere pubblicati da riviste specializzate, ma dovrebbero essere oggetto di presentazione sulle prime pagine dei grandi quotidiani” (Tullio De Mauro).
Quali sono i paesi con i docenti universitari più giovani? Dove si trovano le aziende che investono di più in ricerca? Quali fonti di informazione sulla scienza sono ritenute più credibili dagli italiani? E qual è il loro atteggiamento verso le tecnologie digitali? Quali sono i temi e le tendenze dominanti nell’informazione sulla scienza in Italia? Con la settima edizione dell'”Annuario Scienza e Società”, Observa Science in Society mette a disposizione, in forma sintetica e accessibile, una raccolta ragionata di informazioni e dati provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali, utili per comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca e dell’innovazione nella nostra società: risorse umane e investimenti destinati alla ricerca e all’innovazione, brevetti e utilizzo di nuove tecnologie, orientamenti pubblici verso la scienza, una cronologia dei principali eventi che hanno segnato i rapporti tra scienza e società nel corso del 2010, i volumi pubblicati sul tema durante l’anno. L’Annuario si apre con una sezione dedicata alle più recenti tendenze nel rapporto tra scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia: “Gli italiani, la scienza e le tecnologie digitali” con i nuovi dati dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società; “La scienza nei media italiani”; “Giovani e studi scientifici universitari”; “Le culture del cibo in Italia e in Europa”.